Tutti sono chiamati a essere imprenditori di se stessi per realizzare le proprie ambizioni e il successo dell’azienda.

Essere imprenditori di se stessi, di norma, è sinonimo di “mettersi in proprio”, diventando freelance o creando un’azienda. Nel modello di gestione MKT  l’espressione “Essere imprenditori di se stessi” ha un significato molto più profondo e complesso che comporta un radicale cambiamento di paradigma nei rapporti fra il capo (imprenditore) e i suoi collaboratori.

Requisito fondamentale per tale cambiamento è che l’imprenditore, che rischia le sue risorse in prima persona, inizi a considerare il capitale e il profitto non più come meri strumenti di arricchimento personale, ma come mezzi per rendere felici le persone coinvolte nell’azienda.

L’imprenditore deve saper diventare quell’intellettuale in grado di rinunciare a parte dei suoi privilegi, sia delegando le responsabilità ai suoi collaboratori, sia rinunciando a esercitare il controllo costante e l’ingerenza sul lavoro dei dipendenti.

Contemporaneamente i collaboratori devono invece saper rischiare le proprie risorse (tempo, impegno, responsabilità) per realizzare le proprie ambizioni.

In questo modello aziendale tutti sono capi, imprenditori di se stessi: ciascun collaboratore è autonomo e ha la responsabilità del risultato economico del proprio lavoro. L’azienda incoraggia i collaboratori a darsi degli obiettivi anche molto ambiziosi e si mette a loro disposizione per aiutarli a raggiungerli. Tutti sono strateghi e operativi: è la conseguenza della rinuncia dell’imprenditore a esercitare tutto il suo potere e all’assunzione di responsabilità da parte dei collaboratori. Le strategie sono elaborate da tutti all’interno dell’azienda.

Tale modello si potrebbe definire “imprenditoria diffusa”: ogni collaboratore ha la chance di divenire imprenditore di se stesso, stimolato a massimizzare le proprie aspirazioni e quindi a lavorare e vivere con piena soddisfazione e felicità. Nell’ambiente di lavoro che si viene così a creare, aumentano spontaneamente produttività ed efficienza.

Un buon imprenditore di se stesso, infine, lavora seguendo il principio dell’onestà intellettuale, presupposto etico al buon funzionamento e al successo dell’azienda.