La Stanza dei Sogni

  Il Manifesto
  Maestro di Botteg@
  Stanza dei Sogni

 

a cura di Giacomo Bucci ed Enrico Ratti
articolo pubblicato in prima pagina sulla Cronaca di Mantova il 7 gennaio 2005

Un istante d'eternità
 

Come abbiamo spiegato nei nostri precedenti articoli, la prima constatazione dell'applicazione dell'equilibrio di Nash ad uno spazio politico transnazionale come l'Unione Europea (dove tra l'altro si annuncia l'avvento di un nuovo capitalismo economico basato sull'economia globale delle reti) procede dall'instaurazione, nella logica binaria, del concetto di infinito. Successivamente abbiamo dimostrato come l'infinito attuale sia quella struttura del fare dove il tempo non è più circolare e non è più relativo (come quello che va da Euclide ad Einstein), ma è un istante d'eternità. Ebbene se il tempo è un istante d'eternità o una astrazione assoluta, allora lo spazio non è più un universo descrivibile come un tutto, non è più, cioè, una dimensione misurabile da stringhe contabili finite e lineari, ma è una breccia tra due mondi prossimi e lontani. Questa superficie illimitatamente densa di punti simultaneamente vicini e distanti, dove il punto di partenza e il punto di arrivo non coincidono mai, si chiama spirale. Naturalmente se si vive secondo la logica della spirale la questione è quella di avere a che fare con un altro tempo e con universi adiacenti. Inoltre, in certi modelli cosmologici, il tempo è di ordine omega volte omega e in questo modo si soddisfa l'esigenza del tempo transfinito superando gli ordinali oltre il limite. E questo avviene volando, per esempio, nella singolarità di un buco nero rotante in modo elicoidale e balzandone fuori di nuovo. E' noto che con la realtà virtuale, l'intelligenza artificiale e i videogiochi di ultima generazione le persone accettano l'esistenza di tali infiniti fisici universali. Naturalmente, in questo contesto, il principio di ragione sufficiente, che si fonda sul conformismo dei punti di vista scientifici, non è più valido perché, anzitutto, il punto non è di vista ma è vuoto, dunque non misurabile, e poi perché l'universo trattato come un tutto si basa ancora su quella piccola comunità medicofilosofica greca che a partire dal principio di identità, di non contraddizione e del terzo escluso (che è il principio di selezione) ha imposto la sua visione del mondo a tutto l'Occidente. E' lecito, quindi, chiedersi: che universo era quello prima di Euclide? In breve: se, come dicevano i sofisti, le cose sono inconciliabili perché procedono dal due secondo la loro aritmetica, la loro logica e il loro numero, l'universo, allora, non è uno spazio finito ma procede per integrazione e il tempo inteso come durata, o come idea di padronanza sull'origine e sulla fine, è concluso. E noi, oggi, con la rivoluzione del software, della comunicazione e della telematica abbiamo dinanzi l'avvenire. E se l'avvenire non è più configurabile come un'algebra o come una geometria, perché le nuove tecnologie comunicative sono cibernetiche e non lineari e i flussi di scambi di informazione sono interminabili, allora noi stiamo vivendo in un nuovo universo, per dir così, adiacente. In questo nuovo contesto tecnologico costituito da architetture reticolari il viandante virtuale sarà collegato a tutti i computer e a tutte le memorie della città planetaria e il tutor, il maestro di labirinti, sarà una guida e un custode che donerà servizi intellettuali indispensabili a realizzare percorsi di autenticazione inauditi. La città planetaria, ovvero la globalizzazione, quindi, non può più essere circolare o lineare ma qualcosa che Leonardo da Vinci e poi Galileo Galilei incominciavano a chiamare spirale.
Ma perché questo simbolo che i filosofi illuministi (bizzarri ottici che associavano trasparenza a linea retta) hanno tentato di esiliare dall'universo, oggi ritorna con tanta insistenza sia nella matematica che nella fisica? E da dove viene? Nei grandi libri della vita gli antichi scrivevano che l'ambiente in cui viviamo ha le caratteristiche della spirale sia per quanto riguarda lo spazio sia per quanto riguarda il tempo, sia per quanto riguarda il corpo che per quanto riguarda la mente. Ecco perché i disegni delle spirali si ritrovano nei luoghi più disparati della terra: dalla danza a spirali degli indiani Hopi in Arizona alle spirali di Altamira; dalla tripla spirale di Newgrange alle spirali fiammeggianti della Valcamonica e ai mandala tibetani, questi simboli sono la descrizione di un viaggio, ma sono anche la metafora della nascita, della pulsione di vita e, oggi, dell'elettronico, dello strutturale e della ricerca scientifica. Dal sistema neuronale alle reti planetarie di Internet, tutto è fatto a spirale e tutto si può riassumere in un viaggio attraverso un percorso labirintico. Insomma, la spirale disegna il modo rinascimentale e ingegnoso con cui il corpo inizia il suo viaggio verso la cifra, verso il capitale intellettuale. Da questa idea di viaggio sorge anche l'Unione Europea: un'istituzione in cammino che non si fonda sul governo del territorio, ma è caratterizzata dal ciberspazio, da un'etica ispirata al diritto dell'Altro e da un processo di discussione e trattativa con infiniti attori che operano nella rete come in un club globale. Un club che opera all'interno di un grande sistema economico dove non dovrebbe esserci concorrenza ma cooperazione e solidarietà perché ogni rete è una famiglia. I soldi, poi, si fanno producendo sapere e cultura, mettendo in comune i rischi e spartendo i risparmi. E questo lo diciamo perché, secondo noi, non basta accedere a Internet, ma occorre che ci siano anche formazione e cultura. Infatti può succedere che uno inizi a navigare in Internet e, paradossalmente, non sia in grado di attingere alle informazioni perché non ne ha i mezzi culturali e scientifici. E questo divario è da superare anche fra il cosiddetto terzo mondo e il mondo occidentale. In questo contesto noi abbiamo caratterizzato la bottega telematica del terzo millennio come modello di gestione con un forte valore culturale, scientifico e di formazione in grado di fornire servizi intellettuali all'impresa, all'industria e alla società.
Nel nostro precedente articolo scrivevamo che dalla spirale procedono sia la serie (series, da cui servizio) che il superfluo: le due costanti dell'economia della pace (quella della rete senza più consumismo) e dell'appagamento. Oggi, a partire dal teorema della spirale, abbiamo iniziato a formulare lo statuto dell'imprenditore che è quello del servizio intellettuale; in un nostro prossimo articolo, invece, parleremo del superfluo come uno degli aspetti più interessanti dell'assiomatica del paradiso.