La Stanza dei Sogni

  Il Manifesto
  Maestro di Botteg@
  Stanza dei Sogni

 

a cura di Giacomo Bucci ed Enrico Ratti
articolo pubblicato in prima pagina sulla Cronaca di Mantova il 28 gennaio 2005

Libertà e conoscenza
 

Con l'intervento di oggi, tenuto dal mantovano Antonio Pisano, studente 19enne di Informatica presso l'Università Bicocca di Milano, portiamo a compimento quella sezione del nostro Manifesto del nuovo rinascimento mantovano che abbiamo dedicato al dibattito intorno all'avanzamento civile, intellettuale e culturale della nostra collettività. Un dibattito che a partire da principi come l'onestà intellettuale, il rispetto dell'Altro e il miglioramento umano ha portato alla ribalta sogni, speranze, idee e attività intellettuali e imprenditoriali connesse allo sviluppo della nostra città e del suo territorio, ma ha anche messo in evidenza le più belle conquiste spirituali e pragmatiche di tanti nostri concittadini. Mantovani che, agli antipodi da tutte quelle genealogie del potere basate sulla dicotomia governate - governato, non evitano il rischio di impresa e la lotta per la riuscita, non contravvengono al diritto dell'Altro, ma, anzi, l'accolgono e, con la loro scommessa di vita, non si precludono il successo. Tutti questi cittadini sono, a nostro avviso, quei nuovi principi industriali che con equilibrio, serenità e umiltà hanno avviato un inedito progetto di vita basato sulla combinazione tra il dono di famiglia (che è un dono d'amore) e la capacità di divenire uomo di ingegno, imprenditore di se stesso, capitale intellettuale della città. L'augurio, dunque, che rivolgiamo ad Antonio Pisano è che questo modello di principe industriale possa essergli utile per realizzare il proprio percorso di autenticazione, ma anche per proseguire in quella sua particolarissima battaglia culturale affinché il computer divenga, per i cittadini del pianeta, occasione e strumento per raggiungere una maggiore libertà intellettuale, civile e spirituale. Ma adesso lasciamo la parola ad Antonio Pisano.
"Premetto che io, fin da piccolo, ho avuto la passione del computer e da allora non ho mai smesso di utilizzare questo strumento. Crescendo e rendendomi conto di quanto fossero superficiali le mie competenze a riguardo, si è fatta via via più intensa la necessità di padroneggiarlo, di capirlo a fondo, una vera esigenza intellettuale: per me padroneggiare un computer significa infatti saperlo connettere a tutte le informazioni che la Rete offre direttamente ed indirettamente e dunque valutare liberamente il mondo in cui viviamo. Se in passato chi governava cercava di ottenere il controllo delle masse mediante la limitazione della libertà personale, oggi lo sforzo più consistente viene dedicato al controllo delle informazioni alle quali le persone possono accedere. Valutare il mondo attraverso informazioni parziali, distorte o addirittura errate limita gravemente il libero arbitrio degli individui. Io ho incominciato a capire cosa voglia dire libertà intellettuale quando crescendo mi sono interessato ai modi con cui la politica vende se stessa. Non riuscivo a capire per chi votare in quanto non venivo fornito dai media delle informazioni adeguate per decidere. Questo per me era insopportabile, perché limitava i miei diritti di cittadino libero e indipendente. Ciò che voglio dire è che oggi una persona dovrebbe essere sempre informata delle cose della politica, magari seguendo la Gazzetta Ufficiale, perché dalla politica dipende anche il destino del mondo, e potenzialmente il computer potrebbe essere un grande mezzo per diffondere informazioni ed idee politiche, a patto che la gente impari ad utilizzarlo al meglio.
Consapevole di questa grande sfida culturale e divulgativa a cui mi invitava il computer, a partire dal Liceo scientifico e fino all'Università ho indirizzato i mio percorso di studi verso l'Informatica. E oggi, per me, lavorare con un computer è diventato una filosofia di vita, così come lo è diventata la rivoluzione dell'Open Source (fonte aperta): un modo per produrre sapere e che si fonda sulla capacità di fare cultura e di saperla donare, in modo gratuito, alla comunità. L'Open Source è, quindi, un modo nuovo di produrre tecnologia informatica la cui proprietà intellettuale rimane patrimonio di chi l'ha prodotta ma, nel contempo, il produttore rinuncia ai benefici economici che ne derivano per mettere sapere e conoscenza a disposizione di tutti. A mio avviso partecipare a questo grande progetto condiviso, oltre a rendere consapevoli i programmatori di appartenere ad una scommessa importante, lascia anche intendere che c'è un mondo libero che, per passione, ha deciso di regalare all'umanità sapere, informazione e conoscenza. Questa per me è la potenza del dono d'amore.
Ma c'è di più: negli ultimi 10 anni l'Open Source è diventato talmente importante anche economicamente, che oggi colossi come IBM e Microsoft non possono più permettersi di ignorarlo. Insomma, quello che voglio dire, è che con la rivoluzione telematica stiamo vivendo in una nuova era in cui la responsabilità di chi fa informazione sarà sempre più fondamentale. Il mio sogno, allora, è quello di contribuire a costruire un mondo di persone contrassegnate dall'onestà intellettuale e ben consapevoli di quello che accade introno a loro, comprese le ripercussioni che lo loro azioni possono avere sull'ambiente, sulla società e sulla cultura. Io insisto molto sulla politica perché mi rattrista sapere che la gente è assolutamente all'oscuro di quello che altri decidono in suo nome come, per esempio, spedire un soldato in un'altra nazione ad uccidere altri soldati. Ebbene, siccome la consapevolezza non è una condizione naturale, essa va ottenuta attraverso il dovere di essere informati, sia per passare dalla condizione di suddito a quella di cittadino del mondo, che per impegnarsi nella ricerca di nuovi percorsi di autenticazione. E questo vale anche per l'Università dove se uno studente non si sforza di ricercare nuovi percorsi formativi sarà sempre e solo un conformista. Per quel che mi riguarda io ho portato avanti i miei programmi di studio facendo ricerca indipendente e, a questo proposito, proprio in questi giorni, sto creando la pagina WEB dei "The Simple Singers" il gruppo corale a cui appartengo e che fa Gospel, Spirituals, Jazz e accappella. Inoltre lo studio dell'informatica mi apre tante possibilità di ricerca come quella connessa all'invenzione di nuovi videogiochi. Moltissimi campi di questa scienza vengono poi applicati a questa categoria di software considerato "puerile" a cominciare dalle molteplici applicazioni di intelligenza artificiale, fino alla ricostruzione di ambienti fisici credibili e simulazioni sempre più accurate. Trovo tali possibilità estremamente affascinanti... Chissà che non diventino il mio futuro!