La Stanza dei Sogni

  Il Manifesto
  Maestro di Botteg@
  Stanza dei Sogni

 

a cura di Giacomo Bucci ed Enrico Ratti
articolo pubblicato in prima pagina sulla Cronaca di Mantova il 4 giugno 2004

L'eccellenza mantovana
 

L’intervento di quindici giorni fa, tenuto dall’avvocato Sebastiano Tosoni, è stato anche il pretesto per avviare un dibattito intorno al tema dell’eccellenza: un tema cruciale per la crescita intellettuale e lo sviluppo sociale ed economico della nostra collettività. Inoltre riteniamo di dover collocare questo dibattito tra gli atti della sezione del nostro Manifesto che riguardano l’Applicazione della teoria al modello mantovano. Una sezione teorica che ha il compito di approfondire e diffondere, tra i nostri lettori, quello che imprenditori, artisti, teologi, professionisti e giornalisti mantovani ci raccontano della loro scommessa di vita e di riuscita. E se noi oggi, dopo la lettura e il commento degli scritti prodotti da “La Stanza dei Sogni”, siamo in grado di enunciare una prima ipotesi di lavoro intorno al tema dell’eccellenza, lo dobbiamo proprio alla disponibilità e alla generosità intellettuale di questi nostri interlocutori. Per loro, infatti, l’eccellenza è la qualità dell’amore che tende alla perfezione delle cose che si dicono, si fanno e si producono. In altre parole: dagli scritti pubblicati in questa rubrica emerge che l’eccellenza è la condizione del viaggio, difficilissimo e faticosissimo, che le cose fanno per divenire qualità, stile e colore. Rilevare questo tratto distintivo, tra i nostri concittadini “sognatori”, è stata una bellissima sorpresa ma, anche, la conferma della nostra predisposizione a coniugare le arti liberali con le arti meccaniche; le moderne opere d’ingegno con i valori più autentici e nobili della nostra cultura fondata sull’ospitalità, sulla generosità e sulla tolleranza. E’ innegabile, quindi, che la naturale soluzione a tutti i nostri problemi debba per forza passare attraverso quell’eccellenza che trova le sue origini nell’amore sincero per le cose che si fanno. Restaurare, però, quell’antica eccellenza di vita che per noi deriva dall’arte e dalla cultura rinascimentale, non è un compito facile perché oggi, a Mantova, ad avere il sopravvento è l’incultura di quel pensiero unico che si chiama ideologia. Un pensiero segnato dalla paura di esprimere liberamente le proprie idee, dalla chiusura al libero mercato e da quella lingua dei litiganti che è il pettegolezzo. Avere il coraggio di trarre il cervello dalla muffa di questa ideologia vuol dire aprire la propria impresa di vita e di professione alla novità e al cambiamento, ma anche al rischio. Purtroppo, questa predisposizione oggi non è la caratteristica saliente dei mantovani che, malgrado gli straordinari cambiamenti che stanno avvenendo nel pianeta, continuano a prediligere il conformismo, l’inattività, l’assistenzialismo, la pigrizia mentale e il vuoto mentale dello showbusiness.
Per raggiungere l’eccellenza delle cose che si fanno è necessario trovare una volontà collettiva che esprima unitariamente una nuova idea di bene comune fondata sulle nostre tradizioni, sulla nostra storia, ma anche sull’onestà intellettuale, sulle nuove tecnologie e sul rispetto della natura. Comunicare la necessità di questa rivoluzione culturale a tutte le forze politiche, imprenditoriali e intellettuali mantovane, che dovrebbero eccellere nel difendere e sviluppare il bene comune, è la nostra priorità. Ma anche il nostro sogno e la missione di questa rubrica. Infatti ciò che ci preme comunicare è che oggi, a Mantova, il bene comune non continui ad essere la somma di tante istituzioni pubbliche e private che litigano tra loro per mantenere intatti i loro privilegi acquisiti, ma sia un bene comune capace d’integrare ricerca scientifica, arte, cultura, turismo, architettura, gastronomia e bellezze naturali in un progetto globale. Un progetto globale dove ciascuno, secondo i propri talenti, dia il suo contributo allo sviluppo e alla diffusione dell’impresa Mantova, senza per questo rinunciare alla propria identità. Anzi, noi dobbiamo eccellere proprio nel mantenere integra la nostra identità che, com’è noto, affonda le sue radici nella più autentica cultura contadina. Il nostro sogno, allora, è quello di sgomberare il campo da tutti quei veti incrociati che condizionano lo sviluppo economico e sociale della collettività, affinché la classe dirigente esprima, al più presto, una nuova eccellenza di governo capace di integrare tra loro i valori più autentici della nostra tradizione, con le sfide che la modernità e la globalizzazione oggi ci impongono.