La Stanza dei Sogni

  Il Manifesto
  Maestro di Botteg@
  Stanza dei Sogni

 

a cura di Giacomo Bucci ed Enrico Ratti
articolo pubblicato in prima pagina sulla Cronaca di Mantova il 26 marzo 2004

Formare e informare
  Il nostro intervento di oggi prende spunto sia dal vivace dibattito che questa nuova rubrica sta suscitando in città, sia dalle critiche che in questi giorni ci sono piovute addosso. Naturalmente queste critiche, a nostro avviso, sono una vera e propria manna perché ci permettono di chiarire e di specificare con maggior rigore quali sono gli obiettivi che si prefigge di raggiungere "La Stanza dei Sogni".
La critica principale che ci è stata mossa è quella di scrivere in maniera troppo intellettuale e, se così è, ce ne scusiamo perché è nostra intenzione comunicare con tutti con la massima semplicità possibile. Purtroppo non ci facilita la materia impegnativa che trattiamo, alla quale non possiamo rinunciare senza venir meno all'impegno di questa rubrica: un momento di riflessione, di comunicazione e di formazione adatto a promuovere quel sogno che abbiamo chiamato "Il nuovo Rinascimento mantovano". Per arrivare ad articolare questa elaborazione di qualità abbiamo proposto all'attenzione dei nostri lettori tre momenti di riflessione: la questione teorica, l'applicazione della questione teorica al modello mantovano e il dibattito intorno ai temi salienti che riguardano Mantova e la sua provincia. E così, dopo la pubblicazione del nostro "Manifesto", l'accento è stato subito posto, grazie soprattutto alle riflessioni di Eleonora Scacchetti, sul dibattito che ha evidenziato come gli arcaismi ideologici siano la causa della malinconica involuzione economica e sociale della nostra città, come pure il motivo della sua decadenza artistica e culturale.
La seconda critica che ci è stata rivolta riguarda proprio il modo con cui abbiamo rappresentato l'incontro con la studentessa mantovana. Ci dicono che sarebbe piaciuta di più un'intervista con domande e risposte che indagassero a fondo sulla persona e sulla vita di Eleonora Scacchetti. Ringraziamo di questa critica perché ci consente di chiarire che "La Stanza dei Sogni" desidera dare voce, attraverso il dibattito, a quelle riflessioni di pensiero riconosciute come principi di miglioramento delle nostre condizioni umane e sociali. Preferiamo, quindi, decontestualizzare gli interventi dei nostri "sognatori" a tutto beneficio della formazione e non dell'informazione.
La terza importante critica riguarda la "densità" e lo "spessore" delle cose che scriviamo, soprattutto nelle parti riservate alla teoria. Per essere onesti, in occasione dell'ultimo articolo sul "tutor", un lettore ci ha letteralmente accusato di aver scritto un "pesante paccaccio", mentre un altro si è limitato a riferire che era stato costretto a rileggere più volte alcune righe di non facile intuizione. Ricordiamo solo che la questione teorica relativa al tutor è una proposta e una riflessione su un nuovo modello di gestione delle aziende e delle istituzioni, connotato dall'onestà intellettuale, dal rispetto dell'Altro e delle cose e per il miglioramento umano e sociale della collettività. Lasciateci allora esprimere la nostra soddisfazione se, tra migliaia, anche un solo lettore di questo giornale ha ritenuto importante rileggere alcuni brani di un articolo, e quindi investire il proprio tempo, per comprendere meglio un concetto formativo. Non è forse questo tipo di "informazione di qualità" l'avvenire del giornale del futuro? E non trova il suo mezzo d'espressione ideale proprio nel settimanale? Infatti per leggere un settimanale di informazione e di formazione ci vogliono le condizioni psicologiche che permettono la riflessione, e il periodo migliore per riflettere è appunto il fine settimana. Lontano dal clamore mediatico prodotto da un flusso di notizie informe e ininterrotto, il lettore può dunque trarre spunto dall'informazione formativa settimanale per crearsi una coscienza critica e non condizionata da interessi di potere.
A tal proposito ci sentiamo di ringraziare la testata giornalistica che ci ospita, la quale, in chiara contraddizione con il nome che porta, ci ha dato la possibilità di usufruire di questo spazio autogestito che non si occupa minimamente di notizie di cronaca ma solo di "formazione dell'informazione". Ecco perché nella Stanza dei Sogni non troverete pettegolezzi, ne tanto meno lamentele od accuse a cui troppo spesso sono abituati i mantovani. Il nostro rischio è l'impopolarità o, peggio, di non essere letti. La nostra soddisfazione è invece la possibilità di testimoniare i sogni nostri e di tutti quelli che intendono partecipare. Ringraziamo, quindi, i lettori per la pazienza nel seguire il nostro lavoro e promettiamo di far tesoro delle loro critiche, allo scopo di migliorare questo contenitore culturale.